Massacro dei canguri: ecco come l’Europa volta le spalle al più grande sterminio di animali selvatici

Il Parlamento fiammingo ha approvato un decreto che vieta il transito, la produzione e la commercializzazione di prodotti derivati dai canguri, come carcasse, carne e pellami.
Le Fiandre, secondo importatore mondiale di questi prodotti, hanno deciso di intervenire per ragioni di benessere animale, prendendo posizione contro quello che le organizzazioni animaliste definiscono il più grande massacro di animali terrestri selvatici al mondo. Ogni anno in Australia vengono uccisi tra 1,1 e 1,3 milioni di canguri per alimentare il mercato globale.
Non solo carne: i prodotti derivati dai canguri
La normativa non riguarda soltanto la carne destinata al consumo, ma anche la pelle dei canguri, utilizzata per scarpe, scarpe sportive, capi di lusso e giacche da moto.
Negli ultimi anni, molti marchi dell’abbigliamento e del settore sportivo hanno deciso di rinunciare all’utilizzo di pelle di canguro. Anche alcune aziende di pet food, come Prolife, hanno annunciato la decisione di eliminare la carne di canguro dai loro prodotti, così come alcune catene di supermercati europei.

Le pratiche di abbattimento dei canguri, spesso documentate e criticate dalle associazioni animaliste, includono modalità considerate crudeli, soprattutto nei confronti dei cuccioli, economicamente meno interessanti. Il decreto fiammingo si concentra quindi sul benessere animale e non sulla gestione della fauna selvatica, valutando la caccia in termini di sofferenza inflitta piuttosto che di sostenibilità ecologica. In passato, l’Europa ha già adottato provvedimenti simili, vietando l’importazione di prodotti derivati da foche o da animali catturati con tagliole, sempre per motivi etici.
Il ruolo delle Fiandre
Dal punto di vista europeo, e in particolare fiammingo, lo sfruttamento dei canguri è considerato incompatibile con i principi di tutela degli animali. Il decreto sottolinea come il Belgio, attraverso le Fiandre, contribuisca in maniera significativa alla sofferenza dei canguri in Australia. Con questa legge, il legislatore intende interrompere il coinvolgimento del Paese nel commercio globale di prodotti derivati dai canguri, nell’ambito delle competenze attribuite dal Consiglio di Stato.

La prospettiva australiana
In Australia, invece, la situazione è vista diversamente. Con una popolazione di oltre 30 milioni di canguri, superiore a quella degli abitanti umani, gli abbattimenti commerciali sono presentati dalle autorità come gestione sostenibile della fauna selvatica. Le quote di abbattimento annuali riguardano circa il 10% della popolazione stimata e servono a contenere la pressione degli animali sull’agricoltura e sugli ecosistemi. Per il governo australiano, si tratta di un prelievo controllato, mirato a mantenere l’equilibrio dell’habitat più che a tutelare la specie in sé.
Uno scontro culturale e politico
Il dibattito tra Europa e Australia va oltre il semplice aspetto legale: è anche culturale. In Europa, il canguro è percepito come un animale iconico da proteggere; in Australia, è un animale abbondante e parte integrante della vita quotidiana, a volte considerato persino problematico. La questione richiama altre controversie internazionali, come la caccia alle balene in Giappone, la corrida in Spagna o la gestione dei conigli selvatici in Australia, abbattuti come infestanti con metodi severi.