Coriandolo: a cosa serve e perché depura, riduce l’ansia e aiuta la glicemia”

Gli antichi Egizi e i Romani conoscevano bene il valore del coriandolo, tanto da considerarlo una pianta sacra per le sue proprietà depurative. Oggi, a distanza di secoli, anche la scienza moderna sta indagando i possibili benefici di questa erba aromatica, soprattutto per le sue potenzialità antinfiammatorie. Con l’aiuto della nutrizionista Valentina Galiazzo, scopriamo come il coriandolo possa essere un prezioso alleato per la salute.
Una spezia antica con mille usi
Il coriandolo, che oggi associamo principalmente alla cucina orientale, in passato era molto diffuso anche nel Mediterraneo. Lo testimonia Apicio, celebre gastronomo romano, che lo cita più volte nel suo trattato De re coquinaria come ingrediente per insaporire condimenti. A Pompei sono stati rinvenuti semi risalenti al I secolo, segno che veniva impiegato anche per la conservazione degli alimenti.
Dopo la caduta dell’Impero Romano, l’uso del coriandolo si ridusse drasticamente, resistendo solo in alcuni ambiti come la preparazione di salumi. Il motivo? Il suo aroma intenso, che alcuni giudicavano troppo forte e simile al sapone.
Le credenze dell’antichità
Nonostante ciò, il coriandolo ha mantenuto per secoli una forte valenza simbolica e curativa. Plinio il Vecchio lo citava nella sua Naturalis Historia come rimedio purificante, utile persino per alleviare febbre e mal di testa se posto sotto il cuscino. In Egitto, invece, veniva utilizzato nei rituali e deposto nelle tombe come offerta per l’aldilà.
I benefici confermati dagli studi moderni
Oggi la ricerca scientifica rivaluta queste antiche intuizioni. Secondo diversi studi, tra cui una ricerca dell’Università di Perugia, il coriandolo potrebbe avere effetti positivi nel controllo della glicemia, rappresentando un possibile supporto naturale contro il diabete e i disturbi metabolici. Questo lo rende interessante anche nella prevenzione di patologie cardiovascolari e obesità.
La dottoressa Valentina Galiazzo conferma:
“Il coriandolo è una pianta aromatica molto promettente. I primi studi evidenziano un potenziale effetto ipoglicemizzante, anche se per ora le ricerche sono limitate a test in vitro e su animali. Servono ancora molte conferme, ma i dati iniziali sono incoraggianti.”
Coriandolo e colesterolo
Il legame tra glicemia, infiammazione e colesterolo ha portato gli studiosi a ipotizzare che il coriandolo possa avere un ruolo anche nel controllo della dislipidemia. Tuttavia, come precisa Galiazzo, si tratta di evidenze preliminari che necessitano di ulteriori approfondimenti sull’uomo.
Proprietà calmanti e anti-ansia
Un altro aspetto interessante riguarda il potere sedativo del coriandolo, dovuto al linalolo, un composto aromatico presente anche in piante come il bergamotto. Questo principio attivo sembra avere effetti rilassanti, utili per ridurre ansia, disturbi dell’umore e forse alcune malattie neurologiche. Non a caso, il settore farmaceutico sta esplorando con attenzione queste possibilità.

Quanta quantità assumere?
Le ricerche sugli animali indicano dosaggi piuttosto alti per ottenere effetti antinfiammatori o sedativi: fino a 100-300 mg per chilo di peso corporeo, equivalenti a circa 20 grammi al giorno per un adulto di 70 kg. Una quantità difficilmente raggiungibile nella dieta quotidiana, motivo per cui non esistono ancora dosaggi standard per l’uomo.
Gli effetti certi: digestione e benessere intestinale
Ciò che invece è già provato riguarda i benefici digestivi:
“Il coriandolo stimola gli enzimi digestivi, riduce i gonfiori e i disturbi addominali grazie alla sua azione carminativa e antispastica”, sottolinea Galiazzo.
Per questo motivo, inserire coriandolo in cucina è una buona abitudine: si può usare fresco sulle insalate, per aromatizzare piatti di pesce o carne, nelle zuppe, oppure preparare una tisana depurativa con semi o foglie dopo i pasti.