I 5 alimenti che aumentano l’infiammazione: l’esperta li indica chiaramente

I 5 alimenti che aumentano l’infiammazione: l’esperta li indica chiaramente

Non ci stancheremo mai di ripeterlo: ciò che mettiamo nel piatto influisce in maniera diretta sul nostro benessere, sia a breve che a lungo termine. Abitudini alimentari scorrette, ricche di zuccheri, grassi saturi e cibi ultraprocessati, possono innescare processi infiammatori silenziosi che, con il passare del tempo, aumentano il rischio di sviluppare malattie croniche e persino di accorciare l’aspettativa di vita.

Al contrario, una dieta ricca di frutta, verdura e alimenti freschi e naturali non solo favorisce la longevità, ma aiuta a mantenere l’organismo in salute.

Infiammazione cronica: un nemico silenzioso

Anche un livello minimo di infiammazione cronica può diventare pericoloso. La professoressa Susan Steck, dell’Università della South Carolina, spiega che questo stato può favorire l’insorgenza di gravi patologie come tumori, diabete e malattie cardiovascolari.

Ridurre l’infiammazione è quindi un obiettivo fondamentale: mangiare meglio, scegliere alimenti più sani e, in alcuni casi, persino ridurre le quantità di cibo, non per dimagrire ma per non “alimentare le fiamme”, può davvero allungare la vita e migliorarne la qualità.

Cinque cibi da limitare per ridurre l’infiammazione

Ecco i principali alimenti che, secondo gli esperti, è bene consumare con molta moderazione o sostituire con alternative più salutari:

  1. Oli vegetali industriali
    L’olio di mais, pur appartenendo ai grassi insaturi, è ricco di acidi grassi omega-6 che, se assunti in eccesso, riducono il colesterolo “buono” (HDL) e aumentano lo squilibrio nell’organismo. Meglio puntare sull’olio extravergine di oliva, fonte preziosa di omega-3 e antiossidanti.
  2. Carne rossa
    Le carni ricche di grassi saturi abbassano l’effetto protettivo del colesterolo buono e possono compromettere la salute dei vasi sanguigni, favorendo ipertensione e malattie cardiache. Non serve eliminarla del tutto, ma ridurre le porzioni (85 grammi, circa come un mazzo di carte) e preferire tagli magri come lombo o controfiletto.
  3. Cereali raffinati
    Pane bianco, biscotti, cracker e prodotti da forno industriali fanno alzare i livelli di PAI-1, una proteina collegata al rischio di diabete di tipo 2, soprattutto nelle persone in sovrappeso. Meglio preferire cereali integrali e meno lavorati.
  4. Cibi ricchi di glutammato monosodico (MSG)
    Un additivo molto usato nella cucina orientale e nei prodotti industriali. Uno studio americano ha dimostrato che chi ne assume circa 5 grammi al giorno ha il 33% di rischio in più di ingrassare rispetto a chi ne consuma poco. Il MSG si trova non solo nei piatti cinesi, ma anche in zuppe pronte, minestre in scatola, dadi da brodo e salse confezionate, spesso indicato con le sigle E620–E625.
  5. Bevande gassate e zuccherate
    Secondo una ricerca svizzera, bere due lattine di cola al giorno per sole tre settimane ha fatto registrare nei giovani un aumento del 109% della proteina C-reattiva (PCR), un marker dell’infiammazione associato a infarto e ictus. Se non vuoi rinunciare alle bollicine, scegli acqua frizzante con un po’ di limone.

La prevenzione comincia a tavola

L’infiammazione cronica non dà sintomi immediati, ma mina lentamente la salute. Per questo è importante agire in anticipo, limitando i cibi “pro-infiammatori” e privilegiando alimenti freschi e nutrienti come verdure, frutta di stagione, cereali integrali, legumi, pesce azzurro e olio extravergine d’oliva.

Piccoli gesti quotidiani possono davvero fare la differenza: la salute passa prima di tutto dalla tavola.

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