Kiwi verde: il primo frutto fresco con un beneficio salutistico ufficiale riconosciuto dall’Unione Europea

Kiwi verde: il primo frutto fresco con un beneficio salutistico ufficiale riconosciuto dall’Unione Europea

Il kiwi verde entra nella storia dell’alimentazione: è il primo frutto fresco a poter vantare un’affermazione salutistica approvata e riconosciuta ufficialmente dall’Unione europea.

Da oggi, infatti, sulle confezioni e nelle campagne pubblicitarie sarà possibile riportare la dicitura secondo cui “il consumo di kiwi verde contribuisce alla normale funzione intestinale aumentando la frequenza delle feci”, a condizione che la porzione quotidiana sia di almeno 200 grammi, equivalenti a circa due frutti interi.

Alcune aziende hanno già iniziato a proporre una formulazione più delicata e accattivante, come “favorisce la regolarità intestinale e il benessere quotidiano”, pur mantenendo la sostanza del messaggio.

Una conquista riservata solo al kiwi verde

Questa decisione rappresenta una vera e propria svolta per il comparto ortofrutticolo. Fino a oggi nessun prodotto fresco aveva mai ricevuto il via libera per un claim nutrizionale di tipo salutistico. Le regole europee in materia sono estremamente severe e prevedono la necessità di basi scientifiche solide e documentate.

Non si tratta dunque di una semplice frase pubblicitaria, ma di un’informazione vincolata a precise condizioni d’uso. L’autorizzazione riguarda esclusivamente la varietà Actinidia deliciosa Hayward, ossia i kiwi verdi più diffusi in commercio. Restano invece esclusi altri frutti, così come succhi, estratti o trasformati industriali: la dicitura vale unicamente per il frutto fresco, intero o tagliato.

Un riconoscimento scientifico che apre nuove strade

Oltre al valore nutrizionale, questa approvazione segna un passaggio importante per tutto il settore. A differenza di altri comparti alimentari, l’ortofrutta ha avuto finora poche occasioni per mettere in evidenza, attraverso claim ufficialmente validati, i benefici dei propri prodotti.
Il successo ottenuto dal kiwi verde potrebbe incoraggiare altre filiere agricole a investire in ricerche cliniche e studi scientifici, con l’obiettivo di ottenere riconoscimenti simili e valorizzare le proprietà dei propri prodotti.

Un percorso lungo e costoso: non alla portata di tutti

Il cammino che porta all’approvazione di un health claim europeo è complesso e oneroso. Sono necessari anni di sperimentazioni, studi clinici e la presentazione di dossier scientifici estremamente dettagliati. Per questo motivo, soltanto i grandi gruppi internazionali – come Zespri, leader mondiale nella produzione di kiwi – possono permettersi di affrontare un investimento così impegnativo.

Di conseguenza, questo meccanismo, creato per garantire al consumatore informazioni affidabili e basate su prove, rischia di trasformarsi in un vantaggio esclusivo per i colossi del settore, penalizzando le realtà più piccole e le coltivazioni prive di un consorzio forte alle spalle.

Come funzionano gli health claim in Europa

Dal 2006, con il Regolamento (CE) 1924/2006, i claim nutrizionali e salutistici sono regolamentati a livello comunitario. L’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha il compito di valutare la validità scientifica delle richieste, mentre la Commissione europea decide se autorizzarle e, in caso positivo, le inserisce nell’allegato del Regolamento (UE) 432/2012, noto come “lista comunitaria”.

È importante sottolineare che l’autorizzazione non viene concessa ai singoli marchi, bensì alle sostanze o agli ingredienti. Le aziende possono quindi utilizzare le diciture solo se i loro prodotti rispettano le condizioni previste dal regolamento.

Ecco alcuni esempi di health claim già presenti e approvati:

  • Fitosteroli e stanoli vegetali → “contribuiscono a ridurre il colesterolo nel sangue” (claim utilizzato da prodotti come Danacol di Danone e ProActiv di Upfield).
  • Calcio e vitamina D → “necessari per il mantenimento di ossa normali”, impiegati nei latticini arricchiti e negli integratori.
  • Fibre di frumento, segale e orzo → “aiutano ad aumentare la frequenza delle feci”, presenti in cereali integrali e prodotti con crusca.
  • Beta-glucani dell’avena e dell’orzo → “contribuiscono al mantenimento di livelli normali di colesterolo nel sangue”.
  • Ferro → “aiuta a ridurre stanchezza e affaticamento”.
  • Acidi grassi Omega-3 (EPA e DHA) → “contribuiscono alla normale funzione cardiaca”.

Conclusione

L’autorizzazione concessa al kiwi verde rappresenta una prima volta storica per il mondo dell’ortofrutta. Un frutto fresco ottiene finalmente un claim salutistico ufficiale, aprendo la strada a nuove opportunità di valorizzazione nutrizionale.
Tuttavia, resta il nodo dei costi e della complessità delle procedure, che rischiano di limitare questi successi alle grandi multinazionali, lasciando indietro piccoli produttori e filiere meno strutturate.

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