Mangiare salmone è sicuro? I consigli dell’infettivologo Matteo Bassetti

Mangiare salmone è sicuro? I consigli dell’infettivologo Matteo Bassetti

Negli ultimi decenni il salmone è diventato uno dei pesci più apprezzati e consumati in Italia. Amato per il suo gusto delicato e la sua versatilità in cucina, è spesso consigliato anche dai nutrizionisti per i suoi valori nutrizionali.

Ricco di acidi grassi Omega 3, di vitamine del gruppo B, vitamina D, fosforo e selenio, questo alimento è associato al benessere del cuore, al buon funzionamento del cervello e al rafforzamento delle difese immunitarie.

Tuttavia, secondo l’infettivologo Matteo Bassetti, non tutto il salmone è uguale e dietro a quello d’allevamento si nascondono rischi importanti per la salute che i consumatori conoscono poco.

L’allarme di Matteo Bassetti: “Non tutti i salmoni sono uguali”

In un video condiviso sul suo profilo Instagram, il professor Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, ha sottolineato la necessità di informare i cittadini:

«Molti lo mangiano perché fa bene, ma pochi sanno come viene allevato».

L’esperto ha spiegato che in alcuni Paesi produttori, come il Cile, il salmone viene trattato con dosi massicce di antibiotici per contrastare malattie diffuse negli allevamenti, come la rickettsiosi. L’uso di farmaci, secondo Bassetti, sarebbe addirittura aumentato del 25% negli ultimi anni, con un impatto diretto anche sulla sicurezza del consumatore.

Il rischio della resistenza batterica

Il problema principale, ha chiarito l’infettivologo, riguarda la resistenza agli antibiotici:

«Ci portiamo a casa un salmone che può contenere batteri resistenti agli antibiotici».

Questo scenario rappresenta un pericolo concreto, perché potrebbe ridurre l’efficacia delle terapie mediche quando servono antibiotici per curare infezioni umane.

Come viene prodotto il salmone d’allevamento

Oltre all’impiego eccessivo di farmaci, il salmone d’allevamento viene spesso nutrito con mangimi industriali a base di farine animali e oli vegetali di scarsa qualità. A differenza del salmone selvaggio, che si nutre in natura e presenta una carne più chiara, quello allevato assume il caratteristico colore rosa acceso grazie a coloranti artificiali aggiunti al cibo.

Ma non è tutto: negli allevamenti intensivi possono essere presenti pesticidi, microplastiche e persino tracce di diossine, sostanze potenzialmente nocive che finiscono nel piatto dei consumatori.

Quale salmone scegliere per la propria salute

Secondo Bassetti, la scelta migliore è prestare attenzione alla provenienza del pesce. Alcune tipologie risultano più sicure:

  • Salmone selvaggio dell’Alaska: considerato tra i migliori per qualità e sicurezza.
  • Salmone delle isole Faroe: allevato con standard più rigorosi e minore uso di antibiotici.
  • Salmone norvegese: negli ultimi anni l’industria ha migliorato i controlli, riducendo l’impiego di farmaci.

Diverso, invece, il discorso per il salmone cileno, che resta tra i più criticati a causa dell’abuso di antibiotici e dei metodi intensivi di allevamento.

Conclusioni

Il salmone resta un alimento ricco di nutrienti preziosi, ma non sempre ciò che arriva sulle nostre tavole è realmente salutare. L’avvertimento di Matteo Bassetti invita a riflettere: scegliere con consapevolezza il tipo di salmone da acquistare è fondamentale per tutelare la propria salute e quella della famiglia.

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