Olio da cucina e cancro alla prostata: lo studio che apre nuove prospettive

Olio da cucina e cancro alla prostata: lo studio che apre nuove prospettive

Una recente ricerca scientifica ha acceso i riflettori sul ruolo degli oli da cucina nella crescita del cancro alla prostata. Secondo lo studio, alcuni tipi di grassi possono influenzare la velocità di moltiplicazione delle cellule tumorali, offrendo nuovi spunti per chi affronta una diagnosi in fase iniziale.

Lo studio UCLA e l’impatto della dieta sui tumori

La ricerca, condotta dall’Università della California a Los Angeles (UCLA), ha coinvolto 100 uomini in sorveglianza attiva per carcinoma prostatico. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: il primo ha mantenuto la propria dieta abituale, mentre il secondo ha ridotto l’assunzione di omega-6 (presenti in molti oli vegetali e cibi fritti) e aumentato gli omega-3 attraverso il pesce e integratori specifici.

Dopo dodici mesi, il gruppo con la dieta modificata ha mostrato una riduzione significativa del Ki-67, un marcatore biologico della proliferazione cellulare, mentre il gruppo di controllo ha registrato un aumento. Nonostante i livelli di PSA non siano cambiati, il risultato suggerisce che l’alimentazione potrebbe avere un effetto diretto sui tessuti tumorali.

Sorveglianza attiva: l’attesa come strategia medica

Molti uomini con tumore prostatico a crescita lenta vengono inseriti in programmi di sorveglianza attiva, evitando interventi chirurgici o radioterapie immediate per ridurre il rischio di effetti collaterali. Questi protocolli prevedono controlli regolari per monitorare la progressione del tumore. Sebbene sicura dal punto di vista medico, l’attesa può generare ansia nei pazienti, rendendo utili misure concrete come il cambiamento della dieta.

Omega-6 e omega-3: equilibrio cruciale

La dieta occidentale è spesso sbilanciata verso gli omega-6, presenti in oli vegetali industriali, fritti e cibi trasformati, mentre gli omega-3, contenuti in salmone, sardine e sgombro, sono carenti. Il rapporto ideale tra omega-6 e omega-3 dovrebbe essere intorno a 4:1, ma nella realtà può arrivare a 15-20:1, favorendo infiammazioni croniche che possono sostenere la crescita delle cellule tumorali.

Il marcatore Ki-67 e la valutazione dei risultati

Per misurare l’efficacia della dieta, i ricercatori hanno monitorato il Ki-67, indicatore della divisione cellulare. Biopsie iniziali e a dodici mesi, eseguite nello stesso punto tumorale tramite risonanza magnetica, hanno evidenziato un rallentamento della proliferazione nel gruppo con dieta modificata. Gli altri parametri, come PSA e grado istologico, sono rimasti stabili.

Benefici e precauzioni degli integratori di omega-3

Alcuni partecipanti hanno manifestato disturbi digestivi legati agli integratori di olio di pesce, che possono anche interagire con farmaci anticoagulanti. È fondamentale quindi consultare il medico prima dell’assunzione. Sebbene non sostituiscano cure chirurgiche o radioterapiche, gli omega-3 possono contribuire a rallentare l’evoluzione del tumore.

Consigli pratici per la dieta in sorveglianza attiva

Piccole modifiche alimentari possono fare la differenza:

  • Ridurre fritti e snack industriali.
  • Inserire pesce azzurro almeno due volte a settimana.
  • Preferire uova arricchite con omega-3 e semi come lino o chia.

Questi accorgimenti offrono benefici anche a livello cardiovascolare e cognitivo, oltre a migliorare il senso di controllo e benessere psicologico dei pazienti.

Limiti dello studio e prospettive future

Lo studio, seppur promettente, è limitato da un numero ridotto di partecipanti e da un singolo centro medico. Serviranno ricerche più ampie per confermare se le modifiche alimentari possano davvero ritardare la necessità di trattamenti invasivi.

Alimentazione come supporto, non sostituto delle cure

È importante sottolineare che la dieta non cura il tumore. Il monitoraggio medico e i trattamenti consigliati dal proprio oncologo rimangono imprescindibili. Tuttavia, scegliere i grassi giusti può rappresentare un valido supporto per rallentare la crescita del tumore e migliorare la qualità della vita.

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